LA SOLIDARIETA' CRISTIANA

INSEGNAMENTI EVANGELICI SULLA SOLIDARIETA' E ARTICOLI SULLA CARITA' E SOLIDARIETA' VERSO I BISOGNOSI

mercoledì 25 novembre 2009

GESU' ACCOLGLIEVA GUARIVA E CONFORTAVA


STUDIO BIBLICO

LA DIVINA BONTA' DI GESU


Analisi di Martino Gerber e Giliano Lattes,studiosi biblisti

Nella seconda moltiplicazione dei pani versione di San Matteo, vediamo che Gesù non solo
guarisce tutti i malati, ma Gesù sente compassione per questa grande folla che lo segue da tre giorni,
e non volendo congedarli così, digiuni, vuole dare loro cibo, e dona pane e pesce.

Vangelo secondo Matteo: 15, 29-39


Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là.
Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.
E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: "Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare.
Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada".
E i discepoli gli dissero: "Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?".
Ma Gesù domandò: "Quanti pani avete?". Risposero: "Sette, e pochi pesciolini".
Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra,
Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla.
Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene.
Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.


Citazioni Bibbia

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sabato 24 ottobre 2009

"Se posso?" disse Gesù. "Tutto è possibile per chi ha fede!"

"Se posso?" disse Gesù. "Tutto è possibile per chi ha fede!"

Marco 9 (La Parola è Vita)

14 Quando raggiunsero gli altri discepoli, li trovarono circondati da una grande folla, e c'erano anche alcuni dottori della legge che discutevano con loro.

15 Nel vedere Gesù avvicinarsi, la gente, sbigottita, corse a salutarlo.

16 "Di che state discutendo?" chiese Gesù.

17 Un uomo fra la folla rispose: "Maestro, ti ho portato mio figlio, perché è posseduto da un demonio che non gli permette di parlare.

18 In alcuni momenti, il demone prende controllo di lui e lo getta a terra dovunque si trovi; allora il ragazzo diventa rigido e, sbavando, stringe i denti. Ho chiesto ai tuoi discepoli di cacciare questo demone, ma non ci sono riusciti".

19 Allora Gesù rispose: "Gente senza fede! Per quanto ancora saro con voi? Per quanto ancora vi dovro sopportare? Portatemi il ragazzo!"

20 Glielo portarono e, quando il demone vide Gesù, comincio a scuotere convulsamente il ragazzo, che cadde a terra, rotolando e schiumando dalla bocca.

21 "Da quanto tempo è in queste condizioni?" chiese Gesù al padre. "Fin da quando era molto piccolo", rispose l'uomo.

22 "Spesso il demone ha cercato di farlo morire gettandolo nel fuoco e nell'acqua. Ti prego, abbi pietà di noi e fa qualcosa, se puoi!"

23 "Se posso?" disse Gesù. "Tutto è possibile per chi ha fede!"

24 Il padre esclamo subito: "Io ho fede, ma aiutami a superare i miei dubbi!"

25 Quando Gesù vide che la folla aumentava, sgrido il demone, dicendogli: "Spirito sordo e muto, ti ordino di uscire da questo ragazzo e di non tornare mai più!"

26 Allora il demone caccio un urlo e di nuovo mise il ragazzo in convulsioni, poi lo lascio. Il ragazzo rimase lì per terra, immobile, apparentemente senza vita. Un mormorio corse tra la folla: "È morto!"

27 Ma Gesù prese il ragazzo per la mano e lo aiuto ad alzarsi in piedi.

28 Poi Gesù entro in una casa con i discepoli, ed essi gli chiesero in privato: "Perché noi non siamo riusciti a cacciare quel demone?"

29 Gesù rispose: "Questo tipo di demoni non si puo mandare via in altro modo, se non con la preghiera e digiuno".

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IO SONO IL BUON PASTORE

Giovanni 10

Io sono il buon pastore

1 Gesù disse: "Chi non entra attraverso la porta dell'ovile, ma cerca di scavalcare il recinto, è un ladro e un rapinatore.

2 Il pastore, invece, entra per la porta.

3 Il custode gli apre e le pecore sentono la voce del loro pastore; egli chiama per nome le pecore che sono sue e, quando le porta fuori,

4 cammina davanti a loro e le pecore lo seguono, perché riconoscono la sua voce.

5 Le pecore non seguirebbero certamente un estraneo, anzi scapperebbero da lui, perché non ne riconoscono la voce".

6 Quelli che ascoltavano questa parabola di Gesù, non riuscivano a capirne il significato.

7 Allora Gesù spiego: "Sappiate che sono io la porta per le pecore.

8 Tutti quelli che sono venuti prima di me erano ladri e banditi, ma le pecore non li hanno ascoltati.

9 Io sono la porta. Chi passerà tramite questa porta sarà salvato, potrà entrare, uscire e trovare pascoli.

10 Il ladro viene solo per rubare, ammazzare e distruggere, io, invece, sono venuto perché possano avere la vita e averla in abbondanza.

11 "Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la vita per le sue pecore.

12 Il pastore che viene pagato per curare le pecore, ma non ne è il padrone, quando vede avvicinarsi un lupo, scappa e lascia le pecore indifese. Così il lupo assale il gregge e prende alcune pecore, mentre le altre si danno alla fuga.

13 È naturale che egli scappi, perché lavora solo per guadagnare e quindi le pecore non gli stanno a cuore.

14 "Io, invece, sono il buon pastore, conosco le mie pecore ed esse conoscono me,

15 proprio come il Padre conosce me ed io conosco lui; io do la mia vita per le pecore.

16 Ho altre pecore da guidare che non sono di quest'ovile; anch'esse daranno ascolto alla mia voce, e allora ci sarà un solo gregge con un solo pastore.

17 "Il Padre mi ama, perché sacrifico la mia vita, per riprenderla poi di nuovo.

18 Nessuno me la toglie, sono io che la offro di mia volontà, perché ho il potere di offrirla e riprenderla. Il Padre stesso mi ha dato quest'ordine".

19 A queste parole, nacque di nuovo una divisione fra i Giudei sul conto di Gesù.

20 Molti di loro dicevano: "È indemoniato e pazzo, perché lo ascoltate?"

21 Altri dicevano: "Non è indemoniato! Puo, forse, un demonio aprire gli occhi ai ciechi?"
Chi era Gesù?
22 Era inverno. In quel periodo si celebrava a Gerusalemme la festa della Dedicazione.

23 Gesù si trovava nel tempio e passeggiava sotto il portico di Salomone.

24 Alcuni capi giudei si strinsero intorno a lui e gli chiesero: "Per quanto ancora ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Messia, diccelo chiaramente!"

25 "Ve l'ho già detto, ma voi non mi credete", rispose Gesù. "Vi ho dato chiare prove coi miracoli che faccio nel nome di mio Padre.

26 Voi, pero, non mi credete perché non fate parte del mio gregge.

27 Le mie pecore riconoscono la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono.

28 Io do loro la vita eterna ed esse non periranno mai. Nessuno me le strapperà di mano.

29 Mio Padre, che me le ha date, è il più potente di tutti, e nessuno puo rapirle dalla sua mano.

30 Io e il Padre siamo uno".

31 Allora di nuovo i capi giudei raccolsero delle pietre per ucciderlo.

32 Ma Gesù disse: "Vi ho mostrato molte buone opere da parte di mio Padre. Per quale di queste mi volete lapidare?"

33 I Giudei risposero: "Non vogliamo ucciderti per cio che hai fatto di buono, ma per bestemmia! Infatti tu, semplice uomo, hai detto di essere Dio".

34 "Non sta forse scritto nella vostra legge: "Io vi ho detto che siete déi?" rispose Gesù.

35 "Percio, se la Scrittura, che non puo essere falsa, chiama déi quelli che ascoltano il messaggio di Dio,

36 perché mi accusate di bestemmiare se io, che sono consacrato e mandato dal Padre nel mondo dico: "Sono il Figlio di Dio?"

37 Se non faccio le opere di mio Padre, continuate pure a non credermi,

38 ma se le faccio, e non volete credere in me, credete almeno in quei miracoli! Allora vi convincerete che il Padre è in me e che io sono in lui".

39 Ancora una volta cercarono di arrestarlo, ma Gesù li evito

40 e si diresse di nuovo oltre il Giordano, vicino al luogo dove Giovanni aveva battezzato nei primi tempi. Là si fermo e

41 molti andavano da lui. "Giovanni non ha mai fatto miracoli", dicevano, "ma tutte le cose che ha detto di Gesù si sono dimostrate vere!"

42 Così, in quel posto, molti credettero in lui.

La Parola è Vita (LM)

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venerdì 28 agosto 2009

GESU' CI RACCOMANDA DI NON FARE DEL MALE AI BAMBINI


GESU' CI RACCOMANDA DI NON FARE DEL MALE AI BAMBINI




Vangelo secondo Matteo; 18: 1-11


18,[1] In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?".

[2] Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:

[3] "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.

[4] Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.

[5] E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.

[6] Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.

[7] Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!

[8] Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno.

[9] E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco.

[10] Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

[11] È venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare ciò che era perduto].

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martedì 12 maggio 2009

Dalla «Lettera a Diogneto» (Capp. 5-6; Funk, pp. 397-401)-I CRISTIANI NEL MONDO

I CRISTIANI NEL MONDO

Dalla «Lettera a Diogneto» (Capp. 5-6; Funk, pp. 397-401)

I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita. Infatti non abitano città particolari, né usano di un qualche strano linguaggio, né conducono uno speciale genere di vita. La loro dottrina non è stata inventata per riflessione e indagine di uomini amanti delle novità, né essi si appoggiano, come taluni, sopra un sistema filosofico umano.
Abitano in città sia greche che barbare, come capita, e pur seguendo nel vestito, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile. Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria per loro, mentre ogni partita è per essi terra straniera. Come tutti gli altri si sposano e hanno figli, ma non espongono i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il talamo.
Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma, con il loro modo di vivere, sono superiori alle leggi.
Amano tutti e da tutti sono perseguitati. Sono sconosciuti eppure condannati. Sono mandati a morte, ma con questo ricevono la vita. Sono poveri, ma arricchiscono molti. Mancano di ogni cosa, ma trovano tutto in sovrabbondanza. Sono disprezzati, ma nel disprezzo trovano la loro gloria. Sono colpiti nella fama e intanto si rende testimonianza alla loro giustizia.
Sono ingiuriati e benedicono, sono trattati ignominiosamente e ricambiano con l'onore. Pur facendo il bene, sono puniti come malfattori; e quando sono puniti si rallegrano, quasi si desse loro la vita. I giudei fanno loro guerra, come a gente straniera, e i pagani li perseguitano. Ma quanti li odiano non sanno dire il motivo della loro inimicizia.
In una parola i cristiani sono nel mondo quello che è l'anima nel corpo. L'anima si trova in tutte le membra del corpo e anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo. L'anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo. Anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile, anche i cristiani si vedono abitare nel mondo, ma il loro vero culto a Dio rimane invisibile.
La carne, pur non avendo ricevuto ingiustizia alcuna, si accanisce con odio e muove guerra all'anima, perché questa le impedisce di godere dei piaceri sensuali; così anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto ingiuria alcuna, solo perché questi si oppongono al male.
Sebbene ne sia odiata, l'anima ama la carne e le sue membra, così anche i cristiani amano coloro che li odiano. L'anima è rinchiusa nel corpo, ma essa a sua volta sorregge il corpo. Anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma sono essi che sorreggono il mondo. L'anima immortale abita in una tenda mortale, così anche i cristiani sono come dei pellegrini in viaggio tra cose corruttibili, ma aspettano l'incorruttibilità celeste.
L'anima, maltrattata nei cibi e nelle bevande, diventa migliore. Così anche i cristiani, esposti ai supplizi, crescono di numero ogni giorno. Dio li ha messi in un posto così nobile, che non è loro lecito abbandonare.





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martedì 5 maggio 2009

L’AMORE DI DIO PER IL SUO POPOLO NON DELUDE MAI





Di David Wilkerson
L’AMORE DI DIO PER IL SUO POPOLO NON DELUDE MAI



Mentre leggevo il Salmo 13, sono rimasto colpito al punto da inviarvi alcune parole di incoraggiamento che ho estrapolato da questo edificante capitolo.



Davide scrisse le parole contenute in questo Salmo. Egli chiese: “Fino a quando o Eterno, mi dimenticherai? Sarà forse per sempre? Fino a quando mi nasconderai il Tuo volto? Fino a quando avrò afflizione nel mio cuore tutto il giorno? Fino a quando si innalzerà il mio nemico sopra di me?”



Sembra che Davide senta che Dio lo abbia completamente lasciato a soffrire, a svegliarsi ogni giorno con una nuvola nera sospesa su di lui. Per una stagione, Davide parlò disperandosi: “Dio, questa sensazione di isolamento durerà per sempre? Quando le mie preghiere otterranno una risposta?”



Quando i problemi ci assalgono sebbene noi sappiamo di amare il Signore, quando la liberazione ci appare distante e senza speranza, noi affondiamo sotto una pressione. Proprio ora, qualcuno leggendo queste parole sta affondando sotto la pesante pressione di una situazione che sembra irrisolvibile. Essi si trovano sull’orlo di una totale disperazione, sperando che la calma giunga quantomeno per una pausa della loro prova.



Nel mezzo della propria prova Davide chiedeva: “Fino a quando avrò l´ansia nell´anima?” Egli aveva ideato un piano dopo l’altro, cercando di escogitare vie d’uscita al suo problema, ma tutti i suoi piani, tutti i tentativi, erano falliti. Ora egli non aveva nient’altro a cui pensare, nessuna soluzione fattibile. Egli era alla fine di tutto.



Com’è sconcertante vedere un raggio di speranza, un po’ di sole, ma poi ripiombare nuovamente nella disperazione. Ricorda, tutto ciò accadde ad un uomo buono, qualcuno vicino al cuore di Dio. Davide fu un uomo che testimoniò di avere grande fiducia nel Signore. Inoltre, come noi, Davide attraversò periodi difficili, così come egli stesso descrive in questo salmo.



In che modo Davide risorse da questa fossa di disperazione? “Io confido nella Tua benignità…io canterò”.



Permettetemi di condividere con voi le ragioni per continuare a credere durante le vostre attuali prove:



Non importa quanto le tempeste possano infuriare, il nostro prezioso Signore continuerà a nutrire gli uccelli del cielo, a vestire i gigli dei campi, a rifornire un oceano pieno di pesci con i loro bisogno quotidiani. “Il tuo Padre celeste li nutrirà…” neanche un uccello è mai caduto al suolo senza che l’occhio del Padre non fosse su di lui.

Quale tipo di Padre nutrirebbe tutte le creature della terra e poi trascurerebbe i propri figli? Gesù ci esortò a “non essere in ansia” per i bisogni e i problemi quotidiani, “perché Egli si cura di voi”.

Davvero, il Signore ti ama, e non rivolgerà un orecchio sordo ai tuoi gridi. Resta fermo sulle Sue promesse. Muoviti per fede. Aspettalo pazientemente. Egli non ti deluderà mai.


Gruppo "Alla-scuola-di-Maria" di Google Gruppi. http://groups.google.it/group/Alla-scuola-di-Maria"Gruppo cattolico mariano"
***
"Siate mani gioiosamente tese verso i fratelli..."

Efesini 4:29 Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano".
***

venerdì 17 aprile 2009

LA SOLIDARIETA' EVANGELICA



(Fil 4,10-19)
Tutto posso in colui che mi dà la forza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, ho provato grande gioia nel Signore, perché finalmente avete
fatto rifiorire i vostri sentimenti nei miei riguardi: in realtà li
avevate anche prima, ma vi mancava l'occasione.
Non dico questo per bisogno, poiché ho imparato a bastare a me stesso in
ogni occasione; ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere
ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame,
all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza.
Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione. Ben
sapete proprio voi, Filippesi, che all'inizio della predicazione del
vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa aprì con me un
conto di dare o di avere, se non voi soli; ed anche a Tessalonica mi avete
inviato per due volte il necessario.
Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che ridonda a
vostro vantaggio. Adesso ho il necessario e anche il superfluo; sono
ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodito, che sono un profumo di
soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio.
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua
ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù.



(Dal Salmo 111)

Sarà benedetto chi dona con gioia.

Beato l'uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza dei giusti sarà benedetta.
Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
il giusto sarà sempre ricordato.
Sicuro è il suo cuore, non teme;
egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua potenza s'innalza nella gloria.


(Lc 16,9-15)

Se non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà
quella vera?

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Procuratevi amici con la
iniqua ricchezza, perché quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle
dimore eterne.
Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel
poco, è disonesto anche nel molto.
Se dunque non siete stati fedeli nella iniqua ricchezza, chi vi affiderà
quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi
darà la vostra?
Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro
oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire
a Dio e a mammona".
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose
e si beffavano di lui. Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli
uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini
è cosa detestabile davanti a Dio".



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